La camera castello del nostro bed and breakfast è di 14 mq, è dotata di tutti i comfort:
letto matrimoniale, scrivania, frigobar, tv satellitare, armadio, bagno privato, affaccio al balconcino privato verso Corso delle Province.
Posizione: affaccio su Corso delle Province
Nella camera “Castello” domina il colore bianco, si presenta agli occhi degli ospiti come una camera poetica che ci fa rievocare e respirare l’atmosfera medievale della città di Catania.
Per i dettagli della camera Castello, infatti, ci siamo ispirati alla storia della parte medievale della città di Catania ed in particolare al Castello Ursino che consigliamo di visitare.
La città medievale si concentrò tutta all’interno delle cinta murarie di cui oggi rimangono solo alcuni brevi tratti. L’attuale via Plebiscito percorreva prima tutta la parte esterna delle mura.
Purtroppo ad oggi della Catania medievale rimane poco, essendo stata distrutta dal terremoto del 1693. I disastri naturali che hanno cambiato il volto di Catania alla fine del ‘600 hanno però permesso la rinascita di una città barocca, monumentale e sfarzosa, moderna e sorprendente. Nascosta però fra le pieghe della città ricostruita, La Catania medievale continua a vivere come un puzzle frammentato.
Il castello Ursino di Catania fu costruito da Federico II di Svevia nel XIII secolo.
Sul sito dove sorge l’edificio attuale è testimoniato uno dei nuclei più antichi dell’abitato catanese, risalente alla prima fase abitativa della polis greca di Katane.
Federico II di Svevia aveva probabilmente pensato il maniero all’interno di un più complesso sistema difensivo costiero della Sicilia orientale e come simbolo dell’autorità e del potere imperiale svevo in una città spesso ostile e ribelle a Federico.
Il progetto e la direzione dei lavori furono affidati all’architetto militare Riccardo da Lentini. Secondo il Correnti sarebbe stato costruito sulla riva del mare per volontà di Federico II e il nome “Ursino” dato al castello deriverebbe da Castrum Sinus ovvero il “castello del golfo”. Tuttavia in origine il castello non doveva trovarsi per nulla sulla riva del mare come dimostrato dalle planimetrie di XVI e XVII secolo e la stessa denominazione Ursino sarebbe legato alla omonima famiglia castellana che nel corso del XIII secolo lo avrebbe occupato.
Fu dimora reale dei sovrani del casato Aragona di Sicilia (e ospitò tutti i re da Federico III e tutti i suoi discendenti fino al 1415. Ancora ai primi anni del XV secolo l’edificio è circondato dalla città e diverse casupole vi si addossano. Sarà re Martino I di Sicilia nel 1405 a far eseguire lo sgombero dello spazio intorno al maniero per ricavare una piazza d’arme, demolendo tra gli altri il convento di San Domenico, lì ubicato dal 1313.
Il castello, dimora di Maria di Sicilia, fu teatro del rapimento della regina da parte di Guglielmo Raimondo Moncada nella notte del 23 gennaio 1392, per evitare il matrimonio con Gian Galeazzo Visconti. Con l’avvento di Martino I di Sicilia il castello divenne nuovamente corte del regno.
Dal XVI secolo, con l’introduzione della polvere da sparo, il castello vide sempre più indebolito il suo ruolo militare, diventando temporaneamente dimora di viceré, e più costantemente del castellano, mentre una parte di esso fu adibito a prigione.
L’11 marzo 1669 da una frattura sopra Nicolosi cominciò la più imponente eruzione dell’Etna di epoca storica, che giunse alle mura della città. Il 16 aprile la lava arrivò attorno al castello e pur non intaccandone le strutture ne colmò il fossato, coprì i bastioni e spostò per alcune centinaia di metri anche la linea di costa. Qualche tempo dopo anche il terremoto del 1693 provocò una serie di
danni alle strutture, compromettendo definitivamente il ruolo militare del castello. Ristrutturato, continuò ad ospitare le guarnigioni militari prima piemontesi e quindi borboniche, assumendo anche il nome di Forte Ferdinandeo. Rimase tuttavia prigione fino al 1838, quando il governo borbonico riconoscendone il ruolo come fortilizio, vi apportò restauri e vi aggiunse nuove fabbriche che finirono con l’occultare sempre più l’originaria struttura sveva.
In tale stato il maniero rimase fino agli anni 30 del Novecento, quando fu oggetto di un radicale restauro, in vista della sua trasformazione in Museo.
Oltre la visita al Castello, ci sono altri itinerari alla scoperta di questi frammenti di storia, ritrovandoli nei vicoli e nei cortili, per ricomporli e ridare loro vita.